ESPROPRIAZIONE – MODALITA’ DI ACQUISTO DELLA PROPRIETA’ – VERBALE AMICHEVOLE DI ACCORDO NON COSTITUISCE MODO DI ACQUISTO DELLA PROPRIETA’
Specifica il Consiglio di Stato che, in materia di espropriazione per pubblica utilità, deve escludersi la possibilità di qualificare come “cessione volontaria” il c.d. “verbale di amichevole accordo” tra Amministarzione Pubblica e privato, il quale va qualificato come mero atto di accettazione dell’indennità provvisoria; la cessione volontaria, invece, si configura come contratto avente ad oggetto il trasferimento della proprietà; il suddetto “verbale di amichevole accordo” non è, pertanto, atto idoneo ad assurgere a modo di acquisto della proprietà in sede di procedimento ablatorio; ciò perchè il nostro ordinamento costituzionale (art. 42, co. 2, Cost.) – nel riconoscere e garantire il diritto di proprietà – demanda alla legge i suoi modi tipici di acquisto. (Cons. St., Sez. IV, 29 dicembre 2023, n. 11348 ).
Read Morecontratti pubblici – cooperative – consorzio- rapporto consorzio consorziate – stabile rapporto organico – possibile estromissione e sostituzione della cooperativa consorziata
Il TAR Brescia fa il punto sul rapporto consorzio di cooperative e le consorziate. Evidenzia che il consorzio è un operatore economico dotato di autonoma personalità giuridica, costituito in forma collettiva ed opera in base a uno stabile rapporto organico con le imprese associate. Il consorzio il si può giovare, senza necessità di ricorrere all’avvalimento, dei requisiti di idoneità tecnica e finanziaria delle consorziate stesse, secondo il criterio del cumulo alla rinfusa. In particolare, il consorzio tra società di cooperative partecipa alla procedura di gara sulla abse di requisiti suoi propri e, nell’ambito di questi, può avvalersi, se disponibili, di quelli delle cooperative consorziate, le quali costituiscono articolazioni organiche di questo. Quindi, in ragione del rapporto organico che lega le cooperative consorziate al consorzio, l’attività compiuta dalle stesse è imputata unicamente al consorzio stesso. Questo è il concorrente alla gara, mentre non assumono tale veste le sue consorziate, nemmeno quella designata per l’esecuzione della commessa; ne consegue che la cooperativa esecutrice può sempre essere estromessa o sostituita: ciò non incide sul rapporto esterno tra consorzio concorrente e stazione appaltante, ma le eventuali modifiche soggettive di un consorzio di società cooperative, il quale partecipi ad un R.T.I. con altri operatori economici, hanno un rilievo meramente interno al consorzio e non influiscono sul rapporto tra con la stazione appaltante. (T.A.R. Lombardia, Brescia, sez. I, 18 dicembre 2023, n. 918)
Read Morediritto ambientale – valutazione impatto ambientale – discrezionalità tecnica e amministrativa in ordine agli interessi pubblici perseguiti e privati coinvolti
La valutazione di impatto ambientale non si concretizza in una mera verifica di natura tecnica in ordine all’astratta compatibilità ambientale dell’opera di porgetto, ma l’Amministrazione esercita una amplissima discrezionalità che non si esaurisce in un mero giudizio tecnico, in quanto tale suscettibile di verificazione tout court sulla base di oggettivi criteri di misurazione, ma presenta al contempo profili particolarmente intensi di discrezionalità amministrativa e istituzionale in relazione all’apprezzamento degli interessi pubblici e privati coinvolti. (Consiglio di Stato Sez. IV n. 9852 del 16 novembre 2023)
Read Morepermesso di costruire in zone vincolate – silenzio assenso in presenza di autorizzazione paesaggistica
Secondo una recente sentenza del Consiglio di Stato, qualora il proprietario di un immobile sia già in possesso di autorizzazione paesaggistica e richieda il relativo permesso di costruire, opera l’istituto del silenzio assenso previsto dal DPR n. 380/2001 e l’Amministrazione Comunale non può negare l’attestazione della formazione del silenzio assenso stesso (Cons. St., sez. IV, 21.11.2023, n. 9669).
Read MoreCONTRATTI PUBBLICI – BANDO DI GARA- CLAUSOLA ESCLUDENTE CONTRA LEGEM – DISAPPLICAZIONE – INSUSSITENZA DELL’ONERE DI IMMEDIATA IMPUGNAZIONE
Secondo una recente dcisione del Consiglio di Stato, la clausola del bando che introduce cause di esclusione non previste dalla legge deve essere considerata nulla (decisone emanata sull abase dell’art. 47, comma 2-bis, del d.lgs. n. 50/2016) e quindi non deve essere applicata né dal seggio di gara né, eventualmente, dal giudice: ciò senza che sia necessaria la sua tempestiva impugnazione da parte del partecipante alla gara escluso (Cons. Stato sez. V, 27 ottobre 2023, n. 9277).
Read MoreORDINANZA DI RIMOZIONE RIFIUTI E SOGGETTO CHIAMATO ALL’EREDITA’
Secondo il TAR Catania è illegittima, per insussistenza dei presupposti di legge e per difetto di legittimazione passiva, l’ordinanza che impone la rimozione di rifiuti su terreno privato ex art. 192, d.lgs. 3 aprile 2006 n. 152, emessa nei confronti dell’erede pro quota del proprietario del terreno, che non ha mai accettato espressamente l’eredità; non rileva l’iscrizione della denuncia di successione nei registri immobiliari, in quanto, in assenza di accettazione, non è sufficiente la qualità di ‘chiamato all’eredità’ per poter affermare che il destinatario dell’ordinanza sia qualificabile come comproprietario del terreno interessato (TAR Sicilia, Catania, Sez. II, 5 luglio 2023 n. 2086).
Read MoreMESSA IN SICUREZZA D’EMERGENZA E PROPRIETARIO INCOLPEVOLE: IL PUNTO DELLE SEZIONI UNITE DELLA CASSAZIONE
A fronte dei diversi orientamenti presenti recentemente in giurisprudenza, le SSUU della Cassazione hanno chiarito che l’obbligo di eseguire le misure di messa in sicurezza di emergenza e di bonifica non può essere imposto al proprietario del sito contaminato incolpevole dell’inquinamento; gli effetti a suo carico restano limitati a quanto previsto dall’art. 253 d.lgs. n. 152 del 2006 (codice dell’ambiente) con riguardo a oneri reali e privilegi speciali immobiliari per il rimborso delle spese relative agli interventi effettuati dall’autorità competente e nei limiti del valore di mercato del sito determinato dopo l’esecuzione degli interventi stessi. In tema di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, infatti, l’obbligo di adottare le misure idonee a fronteggiare la situazione di inquinamento è a carico di colui che di essa sia responsabile per avervi dato causa, in base al principio “chi inquina paga”; ciò vale anche per la MISE sulla base del disposto del T.U dell’Ambiente (Cass. civile, SS.UU, n.3077 del 1° febbraio 2023).
Read MoreORDINANZA DI RIMOZIONE RIFIUTI EX ART. 192. L’OBBLIGO DI ADEMPIERE RICADE IN CAPO ALLA CURATELA FALLIMENTARE
Recentemente il Consiglio di Stato ha affermato che l’onere di smaltimento dei rifiuti di cui all’art. 192 del d.lgs. 152/2006 ricade sulla curatela fallimentare e i relativi costi gravano sulla massa fallimentare. Per due ragioni: l’abbandono costituirebbe una diseconomia esterna, ovvero un’esternalità negativa, derivante dall’attività di impresa, e quindi un costo di cui i creditori della massa fallimentare stessa dovrebbero farsi carico per potere avvantaggiarsi dell’eventuale residuo attivo della procedura; inoltre, l’abbandono di rifiuti ricade nell’ampia categoria degli illeciti amministrativi, che secondo costante giurisprudenza non si estinguono per fallimento del trasgressore (Consiglio di Stato, Sez.IV, 2 marzo 2023, n. 2208)
Read MoreABUSO EDILIZIO IN ZONA VINCOLATA. AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA ‘IN SANATORIA’. L’OBBLIGO DI COMUNICAZIONE DEI MOTIVI OSTATIVI EX ART. 10 – BIS L N. 241/90 E’ RIFERIBILE AL PARERE VINCOLANTE DELLA SOPRINTENDENZA E NON SOLO AL DINIEGO FINALE
Con una recente sentenza, il TAR di Brescia -nel ribadire l’immediata impugnabilità degli atti endoprocedimentali laddove comportino un arresto della procedura- ha deciso di aderire alla tesi interpretativa secondo la quale il preavviso di rigetto deve essere reso prima dell’espressione del parere negativo definitivo della Soprintendenza (e non solo prima del diniego definitivo, che risulta vincolato al parere della Soprintendenza stessa); trattasi, infatti, di istituto di applicazione generale ed, inoltre, è proprio il parere negativo della Soprintendenza l’atto di contenuto sostanzialmente decisorio rispetto al quale l’adempimento prescritto dall’articolo 10 bis della legge 241/1990 consente all’interessato di fornire il proprio contributo partecipativo al fine di superare la posizione ostativa all’accoglimento della sua istanza di accertamento di compatibilità paesaggistica (T.A.R. Lombardia, Brescia, sez. I, 23 dicembre 2022, n. 1360).
Read MoreDIRITTO AMMINISTRATIVO – AMMISSIBILE LA VALUTAZIONE POSTUMA DI COMPATIBILITA’ PAESAGGISTICA PER ABUSI ANTE 2006
Una recente decisione del TAR Lombardia, Sez. Brescia (n. 1220/2022 pubblicata il 2.12.2022), con una motivazione articolata e puntuale riconosce che la sanatoria paesistica è possibile per gli abusi ante 2006, in quanto si tratta di abusi ai quali si applica il regime più favorevole in vigore prima delle modifiche introdotte dall’art. 27 comma 1 del Dlgs. 157/2006. La disciplina della sanatoria rimane infatti ancorata al momento storico della realizzazione delle opere abusive. L’ancoraggio alla disciplina anteriore discende dalla considerazione che le norme sulla sanabilità degli abusi paesistici hanno natura sostanziale, in quanto attengono al patrimonio giuridico incorporato nel fondo al momento della trasformazione non assentita. Per il principio di certezza del diritto, devono quindi rimanere applicabili anche nel successivo e più severo regime sanzionatorio (v. TAR Brescia Sez. II 8 luglio 2013 n. 650).
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